Nella fase di analisi e report, ultima fase dello sviluppo del test di usabilità, dobbiamo innanzitutto revisionare quanto osservato in fase di testing: questo si traduce in
(1) individuazione dei problemi emersi in fase di testing e rilevati ;
(2) si classificano i problemi riscontrati e li si classifica. Come vanno classificati? Usando un metodo molto semplice: a fianco del problema si segna un carattere ben preciso. In particolare, ecco una ista di esempio:
(S) la lettera S indicherà un suggerimento = è un possibile miglioramento da apportare suggerito dal partecipante;
(1) con il numero 1 si indica un problema di priorità bassa. è un problema di usabilità minore: può causare dei dubbi, ma non crea problemi nel completamento del task richiesto;
(2) con il numero 2 si indica un problema di priorità media. è un problema di usabilità maggiore: può rallentare lo svolgimento del task, ma non ne impedisce il completamento.
(3) con il numero 3 si indica un problema di priorità alta-grave. è un problema di usabilità grave e causa frustrazione e impedisce il completamento del compito.
Dopo aver effettuato una revisione delle osservazioni emerse dalla fase di testing si passa all’analisi delle registrazioni audio e/o video effettuate in sede di testing così da preparare una serie di highlight in cui si evidenzia un pattern significativo nel modo in cui il target – ipoteticamente ben profilato – tende ad usare il prototipo testato.
Si procede quindi con la preparazione di un report in cui siano presentate (1) una sintesi dei risultati emersi dal test; obiettivi del test siano esplicitati e anche metriche di giudizio e valutazione per migliorarne la leggibilità in futuro e da team specifici a cui commissioneremo le modifiche da implementare; nel report vanno poi elencati i partecipanti, classificati per
(1) età;
(2) attività;
(3) sesso;
(4) esperienza nell’uso di internet o del computer o di uno specifico campo di conoscenze;
(5) gruppo di appartenenza per sapere quando è stato effettuato il suo test.
Si includerà nel report anche quanto emerso dal test nonché i correttivi proposti e si includeranno anche i risultati emersi dai questionari effettuati dai partecipanti dopo aver concluso il testing.
Nel presentare i risultati emersi dal test, dobbiamo sempre considerare il tipo di audience a cui ci rivolgiamo. Atteniamoci ai fatti ed evitiamo opinioni personali nello spiegare e nel citare indicazioni utili emerse in fase di testing. Teniamo sempre un atteggiamento positivo e inseriamo citazioni – quante più possibili – dei partecipanti, perché saranno viste con grande importanza e acquisiranno grande valore. Includiamo se possibile anche gli highlight audio o video emersi dalla fase di testing e diamo ampio risalto alle soluzioni da poter implementare per il miglioramento del prodotto.
Comunicare graficamente i dati, eventualmente, ci permette di comunicare con maggior efficacia e chiarezza.
Dopo aver presentato i risultati, dobbiamo assicurarci che i miglioramenti vengano implementati correttamente. Ecco perché le modalità di implementazione e correzione del prototipo vanno già esplicitate e pianificate ad inizio del progetto; e bisogna coinvolgere quanto più possibile il team di sviluppo, perché da questo emergeranno le idee “concrete” in termini di – “come miglioriamo questa funzionalità?” oppure “dove possiamo intervenire e come?”. Se il team sarà in grado – insieme al nostro aiuto – di dare risposta a questi quesiti, avremo un prodotto assolutamente migliore! 🙂
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Grazie per aver letto fin qui! Se vuoi conoscere tutte le altre fasi di lavoro, eccole di seguito:
Fase 1 – Progettazione
Fase 2 – Pianificazione
Fase 3 – Conduzione