Con lo sviluppo della guida autonoma (autonomous driving), il designer deve concepire diversamente l’automobile: cambia l’esperienza utente della guida, cambia l’esperienza della connettività, cambiano le architetture di sistema e le concezioni di “affidabilità” e sicurezza. Servono nuove interfacce per vivere appieno un’esperienza che fino ad oggi abbiamo potuto immaginare. In aggiunta a questi cambiamenti strutturali, dobbiamo iniziare a riflettere su come HUD – Head Up Displays – e digital instrument clusters e altri schermi stanno arricchendo l’esperienza di guida rispetto al passato.
Odometri, tachimetri e altri apparecchi importantissimi nell’automobile si digitalizzeranno con sempre maggior efficacia, per garantire grande sicurezza ma anche intrattenere e fornire un’esperienza di guida sempre più gradevole e comoda, nonché sicura e su misura per il guidatore.
La guida autonoma, mediata da HMI sempre più performanti e facili da usare (Human Machine Interfaces), acquisirà sempre maggior ragion d’essere. Fino a quando i veicoli non saranno completamente autonomi, tutte le funzioni tradizionali dell’HMI dovranno essere disponibili per il guidatore e si dovrà cercare di ridurre ogni possibile distrazione. Progredendo verso questa progressiva “autonomizzazione”, avremo un elevato numero di “funzioni aggiuntive” e “addons” nei nostri cruscotti, come assistenza e supporto alla guida (distanza dal veicolo che ci segue e da quello che ci precede, limiti di velocità, calcolo di quanto manca al raggiungimento di una destinazione, consumi di carburante, rilevazione di segnali, divieti e limiti di velocità, strisce delimitatrici di corsie, ecc).
Ad attenderci, come designer, c’è una grande sfida: progettare interfacce che siano sì più semplici possibile, più usercentered possibile, più accessibili possibile, ma anche complete e affidabili.. perché la persona deve guidare vivendo la miglior esperienza possibile.