L’ecosistema mediale, dagli anni 2000, presenta quella convergenza di culture e modelli mediali di cui ci parla Henry Jenkins.
Ma come muta questo ecosistema, esattamente, a partire dal 2000? E soprattutto, in cosa consiste questo cambiamento?
L’utente dei media digitali si muove in ecosistemi esperienziali dove l’esperienza non è più rappresentabile come un flusso unidirezionale di eventi e situazioni, ma come il risultato di una combinazione non lineare di processi, frammenti, componenti diversi del sistema che l’utente attiva e connette in modo opportunistico e situato in base ai suoi obiettivi e al contesto d’uso in cui si trova in uno specifico momento.
Dal punto di vista storico sono due gli eventi che, a metà degli anni 2000 (l’attacco alle torri gemelle o Twin Towers dell’11 settembre 2001 e il 2005 con i bombardamenti a Londra) segnano il passo da sistemi classici di reportage e costruzione di video e impongono all’attenzione del grande pubblico le possibilità offerte dalle telecamere sempre piu di dimensioni contenute o costruite all’interno di altri device come i telefoni cellulari di terza generazione o i tablet. Sia nel 2001 che nel 2005 abbiamo visto video e contenuti multimediali che non hanno visto solo la partecipazione dei media istituzionali, ma soprattutto degli utenti normali che erano presenti, nel caso degli attentati, presenti fisicamente sul luogo dell’evento.