L’identità digitale, parte 3

Ovvero, come rinnovarsi nella rete

Se vi siete persi l’articolo precedente di questa serie, potete subito consultarlo ora! Questa è la terza parte! Buona lettura! Ovviamente, se desiderate approfondire questi argomenti, potete contattarmi e vi fornirò immeditatamente materiale utile!

Ricapitolando brevemente, abbiamo parlato dell’importanza di editare / riscrivere i contenuti da noi creati e del peso che l’informazione può esercitare sulla nostra vita. Questa settimana il cammino prosegue approfondendo alcuni aspetti della riscrittura del contenuto.

Come avrai ben capito, riscrivere il materiale pubblicato nel passato, anche in diversa forma, può essere terapeutico ed essenziale per progredire nel nostro cammino di crescita ed evoluzione intellettuale. Considero il dedicarsi ad una riscrittura del proprio materiale tanto importante quanto il formarsi, studiare e imparare continuamente. Come nei tanti ambiti della vita, anche un’eccessiva monotonia in porta aridità, stagnazione intellettuale, succhia energia creativa che potremmo adoperare meglio.
La ristesura porta una boccata d’aria fresca nella nostra vita, perché l’informazione che abbiamo già veicolato può essere condensata e messa da parte; tale informazione può anche creare le basi di un nuovo lavoro su cui possiamo ora concentrarci meglio.

Insomma, ridiamo vita a contenuti attraverso la loro riscrittura; li plasmiamo e modelliamo nuovamente per inserirli in un contesto differente da quello originale, rileggendo il tutto in una nuova prospettiva che può garantirci un’evoluzione nel nostro modo di pensare e vedere il mondo. Questo processo annulla letteralmente il passato, perché tutto ciò che abbiamo creato fa parte del nostro bagaglio culturale attuale, com’è giusto che sia se il contenuto a cui abbiamo ridato vita ha grande valore.

In questo modo, evitiamo la stagnazione, annullando il passato e riproponendolo come presente. Il concetto di mettere da parte il passato, proponendolo sotto altra forma semplificata, può essere paragonabile al “vivere nell’Adesso”, come spiegato da Eckhart Tolle. Se con noi anche i nostri pensieri fanno parte del presente, viviamo in un presente ancora più ricco, soddisfacente e appagante. Oltretutto, ci sentiamo meglio verso il nostro lavoro perché sappiamo di essere sempre aggiornati, sempre nell’ultima versione di noi stessi.